Mi scrivono spesso ragazzi e adulti che si sentono in stallo. Un esempio recente: 23 anni, una fila di esami andati male, pratiche per l’estero respinte, un lavoro che non decolla, troppe cose da imparare tutte insieme. Sogni grandi, risultati piccoli. Lo capisco. Ci sono passata anche io in fasi della vita in cui l’energia c’era ma non la direzione. Qui entriamo nel punto chiave: come ritrovare la motivazione quando ti senti perso. Non si tratta di frasi motivazionali, ma di costruire leve concrete che ti fanno partire oggi, non “quando andrà meglio”. In questo articolo ti porto una cornice semplice e pratica per rialzarti, definire priorità, e mettere in fila azioni quotidiane che sommate creano trazione. Se ti senti nel tunnel, non devi “aspettare la luce”. Devi accenderla con gesti piccoli e ripetuti. Partiamo.
La teoria in due righe: motivazione = direzione + energia
La motivazione non è un sentimento magico. Nasce da due cose: chiarezza su dove stai andando e progressi visibili. La psicologia del comportamento è chiara: abitudini e contesto decidono molto più della forza di volontà. Crei motivazione quando togli attrito, definisci obiettivi chiari e misuri passi brevi. Le emozioni seguono l’azione.
Perché ci blocchiamo e come sbloccarci
Quando saltano outside e scuola, o quando un progetto non parte, succede questo: prendi tutto insieme. Studi Java e tedesco, provi trading, pensi alla magistrale, vuoi “recuperare il tempo perso”. Il cervello vede un muro, non un primo gradino. L’autocritica si alza, la giornata scivola via, e la sera ti senti peggio. Qui la mia regola è semplice: spezza, ancora e agisci. Prima spezza il problema in compiti da 25 minuti. Poi ancora la tua identità a un obiettivo a 90 giorni. Infine agisci subito su una micro-azione. Se vuoi un primo passo immediato: usa la regola dei 2 minuti. Apri il libro o l’IDE, avvia un timer, e lavora per due minuti. Quasi sempre resti oltre i due. Ma conta il gesto che rompe l’inerzia.
Il mio metodo in 5 passi per ritrovare la motivazione quando ti senti perso
1) Riparti dall’autocompassione attiva
Non è “volersi bene” e basta. È smontare la voce che ti massacra quando sbagli, perché quella voce toglie energia e costanza. Le ricerche mostrano che praticare autocompassione riduce lo stress e sostiene comportamenti salutari come sonno, movimento e studio regolare. Vedi qui un riassunto libero accesso: l’autocompassione riduce lo stress e aiuta a mantenere le abitudini. Fai così: quando senti la frase “sono un disastro”, fermati, respira, e riscrivi la frase come parlaresti a un amico. Poi torna al compito.
2) Scegli un obiettivo a 90 giorni e usa il WOOP
Dire “voglio migliorare” non basta. Scegli un obiettivo misurabile, vicino e utile. E applica WOOP: Desiderio, Risultato, Ostacolo interno, Piano. È potente perché costringe a vedere il blocco reale e a preparare un’azione concreta. Qui trovi la base scientifica: ricerca sul metodo WOOP. Esempio: “In 90 giorni completo 3 progetti Java portfolio. Risultato: profilo LinkedIn credibile. Ostacolo: apro YouTube quando mi sento perso. Piano: se apro YouTube in orario studio, allora chiudo e lancio il progetto ‘auth-service’.”
3) Trasforma il sogno in sistema: SMART + piani se-allora
Prendi il tuo obiettivo e rendilo SMART. Poi aggiungi piani “se-allora” che eliminano dubbi. Esempio veloce:
Obiettivo SMART: “Passo il tedesco B1 al prossimo appello, con 4 sessioni da 25 minuti al giorno, 6 giorni su 7.”
Piani se-allora: “Se sono stanco alle 21, allora faccio solo il set di ascolto da 10 minuti. Se salto la mattina, allora recupero con due Pomodori alle 18.”
4) Micro-azioni, non maratone: Pomodoro + regola dei 2 minuti
Lavora in blocchi da 25 minuti con pausa breve. Funziona perché abbassa la resistenza e rende misurabile il progresso. Usa anche la regola dei 2 minuti per partire. Chiudere task minuscoli spiana la strada ai compiti più lunghi. Per creare trazione nel tempo ricorda che formare un’abitudine richiede settimane, non tre giorni. UCL riassume così: in media servono circa 66 giorni, e saltare un giorno non azzera i progressi. Qui trovi una sintesi chiara: la scienza delle abitudini e i 66 giorni.
5) Misura e rivedi ogni settimana
Niente grafici complessi. Un foglio con tre righe: cosa ha funzionato, cosa no, cosa cambio. Valuta in modo binario: “sessione fatta sì/no”. Tre settimane di sì/no dicono più di mille sensazioni.
Esempi pratici per casi comuni
Studiare Java senza perdersi: piano 90 giorni con 3 progetti. Ogni giorno 2 Pomodori di codice e 1 di documentazione. Se mi blocco su un bug oltre 25 minuti, allora apro una issue con riproduzione e prendo aria 5 minuti.
Tedesco B1: 4 set da 25 minuti al giorno. Lunedì-giovedì grammatica e ascolto, venerdì simulazione orale. Se salto la mattina, allora recupero con 2 set pre-cena.
Trading in studio: limita l’operatività. 1 ora al giorno per journaling e backtest, live solo su setup predefiniti. Se non ho screenshot e regole scritte, allora non apro posizioni.
Risultati attesi e perché funzionano
Quando passi da “tutto insieme” a passi misurabili, vedi progressi già nella prima settimana. Nei miei percorsi ho visto persone passare da zero a 70 sessioni da 25 minuti in 30 giorni, con portfolio aggiornato e un colloquio fissato entro il secondo mese. Il punto non è fare 8 ore al giorno, ma mantenere 2–4 blocchi al giorno per settimane. La curva di abitudine si consolida entro circa 10 settimane in media, e uno scivolone non distrugge il lavoro fatto. Lo dico spesso in classe: spoiler, non serve più forza di volontà, serve meno frizione.
Domande che ricevo spesso
“E se mi sento di nuovo nel tunnel?” Torna al WOOP e rifai il punto. Una variabile è cambiata. Aggiorna l’ostacolo e il piano.
“Quanti giorni servono per creare un’abitudine?” Dipende dal comportamento e dalla persona, ma puntare a 8–10 settimane è realistico. Vedi la pagina UCL già linkata.
“Come creare una routine motivante?” Parti con 2 Pomodori fissi al giorno sempre alla stessa ora, più una micro-vittoria da 2 minuti come “aprire l’IDE e compilare”.
Checklist rapida per come ritrovare la motivazione quando ti senti perso
– Scrivi un obiettivo a 90 giorni e il perché.
– Fai WOOP in 5 minuti.
– Definisci 3 piani se-allora per i momenti critici.
– Blocca in agenda 2–4 Pomodori al giorno.
– Traccia sì/no e rivedi ogni domenica.
– Pratica autocompassione quando sbagli, poi rientra nel binario.
Conclusioni
La domanda non è se sei motivato, ma cosa fai oggi per creare motivazione domani. Come ritrovare la motivazione quando ti senti perso passa da tre cose: gentilezza con te stesso, obiettivi a 90 giorni, azioni piccole e ripetute. Cosa scegli di fare nei prossimi 10 minuti? Prendi carta e penna, scrivi il tuo WOOP e avvia il primo Pomodoro. Poi raccontami nei commenti cosa hai scelto. Condividi l’articolo con chi ha bisogno di ripartire.